Museo all'Europa "...I nuovi Primitivi... " del Prof. Vincenzo Bianchi, Fontana Liri
Performance di Pasquale Proia e Fausto Grossi
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Come il bambino di un maggio piovoso,
a passar le mani fra i capelli quasi fossero chioma di stelle.
Giù sul pavimento che odora di lacrime e pioggia, d’erba, di terra riarsa.
Giù a deglutir veleno, con la testa fra le ginocchia,
le braccia larghe a stringer la terra, con le dita, le dita perse in rapsodie silenziose.
Prostrato, davanti al delta del grande Fiume dell’America francese; che dolce è il pianto,
ch'è amaro… come foglie di lauro.
a passar le mani fra i capelli quasi fossero chioma di stelle.
Giù sul pavimento che odora di lacrime e pioggia, d’erba, di terra riarsa.
Giù a deglutir veleno, con la testa fra le ginocchia,
le braccia larghe a stringer la terra, con le dita, le dita perse in rapsodie silenziose.
Prostrato, davanti al delta del grande Fiume dell’America francese; che dolce è il pianto,
ch'è amaro… come foglie di lauro.
Pasquale
E' così che mi sento le mani, un fremito sudato nella nostalgia
del futuro che da qui non vedrò.
Si fa più forte pensando alla luce delle ore che nella mia casa non vedrò, alle ore del giorno in cui non sarò presente.
Che grande gioia nelle ombre sconosciute che accompagnano
il mio soggiorno sul pianeta nuovo da dove ogni giorno studio
me stesso.
Che forte il bambino che mi ha preceduto,
indomito abita in me, sconosciuto a chi non ne sente la voce,
non ne coglie i gesti, ma gli stringe le mani sudate.
del futuro che da qui non vedrò.
Si fa più forte pensando alla luce delle ore che nella mia casa non vedrò, alle ore del giorno in cui non sarò presente.
Che grande gioia nelle ombre sconosciute che accompagnano
il mio soggiorno sul pianeta nuovo da dove ogni giorno studio
me stesso.
Che forte il bambino che mi ha preceduto,
indomito abita in me, sconosciuto a chi non ne sente la voce,
non ne coglie i gesti, ma gli stringe le mani sudate.
Pasquale 2011
Io quando mi sento insicuro, sogno gli occhi che non ho avuto, li sogno come se non volessi più averli, poi torno indietro…
Io quando sono insicuro, alzo gli occhi al cielo, alle stelle che rimbalzano le parole che non dico,
le parole che non voglio più dire.
Ecco, ora mi sento sicuro e posso guardarvi negli occhi, ecco comincia il vento, e... devo andare.
Io quando sono insicuro, alzo gli occhi al cielo, alle stelle che rimbalzano le parole che non dico,
le parole che non voglio più dire.
Ecco, ora mi sento sicuro e posso guardarvi negli occhi, ecco comincia il vento, e... devo andare.
Pasquale 2011